This Is Us – Recensione 3×02 – A Philadelphia Story

Sono bastati sette giorni per mostrarci il vero inizio e la fine dell’amore tra Jack e Rebecca, la loro storia costruita mattone dopo mattone e bruciata via così velocemente in quell’incendio.

A Philadelphia Story è una rappresentazione del senso di comunità contrapposto a quello di famiglia, un episodio chiaramente non facile, che ci descrive il senso comune, il supporto e la condivisione, con la chiara e inconfondibile dolcezza che caratterizza il personaggio di William.

Riesce a darci queste suggestioni, spaziando su tre archi narrativi diversi, in primis la grave perdita e la terribile reazione. Ed è qui che nella famiglia Pearson il senso di comunità si perde, si sfalda, mandando tutti alla deriva.
Con la scomparsa del capofamiglia, va a mancare il catalizzatore dei tre gemelli, ma in primis di Rebecca. Sappiamo quanto lei sia una donna forte, ma solo con questo evento capiamo quanto in realtà Jack sia il collante della famiglia, la spinta propositiva che rendeva speciali tutte le persone che aveva intorno.

Una costante di questo show riguarda la rappresentazione, tramite gli occhi del capofamiglia Pearson, degli altri membri della famiglia: il filmino di Kate, che dopo il tragico lutto non sarebbe stato più inviato, le esibizioni di Rebecca e a soffrirne è proprio Kevin.

Al suo esordio come star cinematografica, il suo più grande dolore è non sapere se avrebbe mai potuto rendere felice suo padre con questa scelta. Kevin Pearson è l’estroflessione di suo padre, e a rendere questo momento agrodolce decisamente amaro è l’insensibilità e l’egoismo di Kate.

Nonostante suo fratello abbia passato la vita a supportarla e difenderla, in questa situazione non è stato assolutamente ripagato e lasciato affondare in una spirale di commiserazione, nella quale gli viene imputato addirittura di non essere in grado di portare avanti la genetica Pearson.

Fino a questo episodio l’idea del portare avanti la discendenza, o comunque una piccola parte di Jack non era mai affiorata o, quantomeno, gli showrunner non ci hanno dato modo di concentrarci tra lacrime e commozione. È stato chiaro solo quando Kate lo sbatte in faccia ai fratelli, con una certa acidità, ed è abbastanza duro come colpo, considerato come sia radicato in Jack il senso di famiglia, ma ancor di più in Randall.

Un’affermazione così netta, biologicamente parlando, è quasi disturbante, anche per noi spettatori, perché Randall non è stato mai percepito come il 2+1 della famiglia Pearson, ma come a tutti gli effetti uno dei Big Three.
Lo dimostra proprio come lui sia stato il collante nella perdita e abbia preso il posto del padre. Commovente come abbia deciso immediatamente di abbandonare il suo sogno e la sua casa, sua madre e i suoi fratelli ormai completamente lasciati a loro stessi.

Considerando il suo bisogno di dimostrare agli altri di essere abbastanza e compiacerli, ci domandiamo quindi come questa affermazione potrà cambiare le dinamiche familiari e personali tra i due fratelli.
A peggiorare il suo status emotivo, è il suo voler rendere fiero non uno, ma ben due padri e tutti coloro che hanno conosciuto, non esattamente un gioco da ragazzi.

Last, but not least è molto interessante come i piccoli tasselli si stiano disponendo pian piano, iniziando a descrivere il processo di depressione di Toby.  Come è stato imputato a molte serie in precedenza (13rw parlo di te!), la frettolosità nel decorso di questo disturbo è un grave errore narrativo, e per ora pare che la struttura degli episodi riescano a sostenere questi piccoli input rendendoli naturali.

Mentre fremiamo di avere una visione generale più ampia, aspettiamo i vostri commenti per l’episodio e vi inviamo a visitare la nostra pagina amica This is Us – Italia

missdanastood

Mi dicono che parlo troppo e ho provato a stare zitta, ma dite che una che ha messo in difficoltà pure Kit Harington ce la possa fare?
Sono fatta al 100% di caffeina e citazioni di It's Always Sunny in Philadelphia

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